Da Terna i dati sui CONSUDati Terna, confronto, impatti sul PUN e implicazioni per il settore energia
📊 Fonte: Terna – Rapporto Mensile sul Sistema Elettrico, marzo 2025
Nel mese di marzo 2025, il fabbisogno di energia elettrica in Italia è stato pari a 25,5 miliardi di kWh, in calo dello 0,9% rispetto a marzo 2024. Se si tiene conto dell’effetto temperatura e della stagionalità, la flessione reale è del -1,5%.
Per chi opera nel mercato libero dell’energia, analizzare i dati Terna significa comprendere in anticipo l’andamento dei prezzi e adattare le offerte in modo competitivo. In particolare, il PUN – Prezzo Unico Nazionale è il riferimento del mercato all’ingrosso italiano e viene influenzato direttamente dall’andamento dei consumi, dell’offerta e delle fonti di produzione.
Cos’è il PUN?
Il PUN (Prezzo Unico Nazionale) è il prezzo medio ponderato dell’energia elettrica, determinato ogni giorno sulla Borsa Elettrica Italiana (IPEX). Riflette l’incontro tra domanda e offerta di energia. Se la domanda cala o aumenta la produzione da fonti rinnovabili a basso costo, il PUN tende a scendere. Se invece cala l’offerta o aumentano i costi marginali (es. per via delle fonti fossili), il PUN può salire.
Confronto tra marzo 2025 e marzo 2024
Parametro | Marzo 2024 | Marzo 2025 | Variazione |
---|---|---|---|
Consumo totale | ~25,73 mld kWh | 25,5 mld kWh | -0,9% |
Produzione nazionale | ~84% | 84,6% | +0,6% |
Energia importata | ~16% | 15,4% | -25,9% |
Copertura da fonti rinnovabili | 42,3% | 39% | -3,3 pp |
Produzione fotovoltaica | – | +23,8% | (forte crescita) |
Produzione eolica | – | -7,2% | (calo per 3° mese) |
Produzione idroelettrica | – | -33,6% | (crollo netto) |
Consumi industriali (IMCEI) | – | -2,9% | (segno di rallentamento) |
📌 Cosa ci dicono questi dati?
- Domanda elettrica in calo, soprattutto al Sud (-1,7%): segnale che il sistema produttivo e il consumo interno sono meno dinamici rispetto al 2024.
- Consumi industriali in discesa (-2,9%): il dato dell’indice IMCEI evidenzia una frenata dei settori energivori come chimica, metalli, ceramiche e trasporti. Segno positivo solo per alimentare, cementifici e meccanica.
- Fonti rinnovabili sotto pressione: il calo dell’idroelettrico e dell’eolico ha ridotto il contributo green al 39% del mix. Ottimo invece il fotovoltaico, in crescita del 23,8%.
- Importazioni giù, produzione interna su: la riduzione dei flussi dalla Svizzera ha spinto la produzione nazionale a coprire l’84,6% del fabbisogno.
I consumi industriali: un termometro del mercato
Il dato più rilevante per chi lavora nel settore energetico è il calo dei consumi industriali (-2,9%), rilevati dall’indice IMCEI di Terna. Un indicatore chiave che fotografa l’andamento delle imprese energivore italiane. A marzo sono in crescita solo i comparti alimentare, cementificio e meccanica, mentre flettono chimica, metalli, ceramica, trasporti e siderurgia.
Questo trend è cruciale: una flessione dei consumi industriali può riflettersi su un calo della domanda aggregata, influenzando le dinamiche dei prezzi all’ingrosso dell’energia.
Impatti sul mercato e sul prezzo dell’energia (PUN)
Il calo della domanda, unito alla variabilità delle rinnovabili, influenza il PUN, che rappresenta il costo dell’energia all’ingrosso.
🔸 Minore domanda + alta produzione rinnovabile → PUN tendenzialmente più basso
🔸 Calo rinnovabili + maggiore uso di termoelettrico o gas → PUN in rialzo
Per i consulenti e gli operatori del settore, seguire l’andamento del PUN è fondamentale per fare previsioni, costruire offerte flessibili e aiutare i clienti a comprendere meglio il valore della propria fornitura.
In sintesi
- Domanda elettrica in calo dello 0,9% rispetto al 2024
- Produzione nazionale stabile, importazioni in forte calo
- Rinnovabili al 39% della copertura, ma discesa rispetto al 2024
- Consumi industriali in frenata, con ripercussioni potenziali sul PUN
- Scenario dinamico: leggere i dati è oggi più che mai una leva competitiva